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L’editoriale di Novembre 2019

(…) La gente ama l’ape perché è quella senza la quale non ci sarebbe più né frutta e verdura, né foraggio e guarda con sospetto il miele perché pensa sia pieno di sostanze che avvelenano e di zuccheri che nutrono il cancro. Tutto ciò frutto di campagne stampa non sempre azzeccate (…)

Crisi produttive del comparto apistico e malattie delle api ci fanno, sovente, perdere di vista il punto di vista del consumatore che è poi quello che il miele lo acquista e dà redditività all’apicoltore. Vediamo. «Sono un estimatore e gran consumatore del Miele Italiano e di tutti i prodotti dell’alveare che inserisco stabilmente a tavola, soprattutto durante la prima colazione. Supero ampiamente i 350 g l’anno che, purtroppo, rappresentano la media di consumo nel nostro Paese. In Germania e Grecia, tanto per fare un esempio, ne assumono circa quasi 2 kg pro-capite annui. Assai più apprezzata l’ape. Persino Adriano Celentano, in un suo monologo, durante Rockpolitik, una trasmissione televisiva andata in onda nel 2005, disse: “l’ape è rock, il miele è lento”. A dimostrazione di come il tiro sul prodotto finito sia sempre fuori mira.

La gente ama l’ape perché è quella senza la quale non ci sarebbe più né frutta e verdura, né foraggio e guarda con sospetto il miele perché pensa sia pieno di sostanze che avvelenano e di zuccheri che nutrono il cancro. Tutto ciò frutto di campagne stampa non sempre azzeccate», afferma con forza Nicola Franceschi, informatico romano.

Di chi la colpa? Troppo spesso sui giornali generalisti campeggiano strilli come “è imperativo promuovere la qualità dei prodotti apistici e contrastare l’importazione di miele sintetico dalla Cina”. “Il miele è un prodotto taroccato”. “Il miele è pieno di antibiotici”. E c’è anche il comparto apistico che a volte si fa ventriloquo di queste affermazioni. Tutte notizie, queste, che stanno arrecando un forte danno all’immagine del miele e dei prodotti dell’alveare. A volte ci si mette anche l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare). È  anche sbagliato vedere nel miele una miscela di zuccheri, quando invece il miele è una miscela assai complessa e ricca di elementi come i fenoli e alcuni acidi organici che svolgono delle funzioni ormai dimostrate scientificamente, antiossidanti, antinfiammatorie e anti microbiche. Insistere troppo su messaggi a tinte fosche, senza cercare di spiegare come stanno effettivamente le cose e senza attuare le adeguate contromisure porterà a un ulteriore calo dei consumi che, in Italia, come abbiamo visto nell’incipit, non sono poi così elevati. Il segreto sta nel dare le giuste informazioni al consumatore. Si parla anche molto della moria delle api e a sproposito.

Il problema lo abbiamo ampiamente affrontato sulle pagine della Rivista.
E sì, perché non abbiamo solo elencato le responsabilità antropiche, ma abbiamo preso in esame anche gli opportuni distinguo e preso in esame tanti altri motivi. In definitiva, non crediamo che le api si estingueranno, sono ormai omologabili a un animale da allevamento. Ma abbiamo fornito soluzioni per salvarle dalle vistose morie, mettendo in pratica piccoli gesti quotidiani perché la sostituzione delle api che muoiono, insieme alla crisi produttiva e alla spesa per i farmaci rischiano di stendere le economie dell’apicoltore. Non si tratta solo di firmare petizioni online.

Ma andiamo avanti. La soluzione non sta nel creare api geneticamente modificate o in droni per impollinare ma anche in Buone Pratiche apistiche, passaggio a metodi agricoli “più puliti”, interventi seri sull’Ambiente e in piccole azioni che potrebbero promuovere anche le istituzioni, coinvolgendo anche la gente comune, visto che sono già attuate in alcuni paesi europei.

Fiori. Chi ha a disposizione un balcone o un giardino può piantare dei fiori perché attirano le api e danno loro nutrimento. Raccomandiamo di scegliere piante come lavanda, menta, santoreggia, eccetera. Potete consultare il testo “Coltivare piante mellifere”, edito da Apinsieme.

Fiori di campo anziché prato verde. Il prato all’inglese richiede molte cure e attenzioni. Perché quindi non seminare un prato di fiori di campo?

Siepi al posto delle recinzioni. Con le siepi si riesce a fornire un rifugio alle api. Consigliate quelle di biancospino, sambuco e ginepro.

Alberi. Per creare un ambiente favorevole alle api sarebbe indicato piantare alberi come tiglio, acero, acacia e salice che sono assai gettonati dalle api, salvando le api.

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