L’editoriale di Giugno 2024: E’ QUESTIONE DI MODELLO DI SVILUPPO anteprima Editoriale by Apinsieme - 2024-06-182024-06-180 L’editoriale di Massimo IlariÈ chiaro che l’Europa per la situazione politica che si va delineando nei diversi paesi che la compongono ha bisogno – se vuole avere un futuro da protagonista – di ripensare la propria azione che ha perso non poca incisività. Difetta la visione sul modello di sviluppo che tanto incide e inciderà sul Futuro del Pianeta: non si può spiegare altrimenti lo stravolgimento di un “Green Deal” che era stato pensato per invertire una linea di tendenza che ci sta tuffando in una crisi ambientale che sembra sempre più irreversibile. Risultano irrisolti nodi centrali come quello dell’arsenale chimico che viene riversato nell’ambiente, l’incapacità di proporre un modello agricolo “pulito” per assicurare terreni e cibi sani. Eppoi, l’Apicoltura. Ora se tutte le chiacchiere che si fanno sulla biodiversità e la centralità dell’Ape per l’ambiente avessero un fondamento si prenderebbero misure adeguate per facilitare il loro lavoro e quello dei loro custodi, gli apicoltori, che sono lasciati a se stessi, magari assistiti da qualche contributo che non è certo in grado di risolvere il problema. Sembra un’elemosina, mentre sul tavolo rimangono irrisolte troppe questioni: glifosato, pfas, pesticidi in genere, allevamenti intensivi, costi dei farmaci per curare le malattie che colpiscono l’alveare, eccetera eccetera Sì, va messa al centro proprio l’Apicoltura, una vera Cenerentola europea. Si deve assicurare il suo Futuro e ripartire da metodi privi di chimica tossica in ogni fase produttiva. Deve essere il modello da imporre per una rivoluzione verde. Ma il Miele non è al centro, non a caso ad aprile leggiamo in un’Ansa: “Luce verde all’unanimità alla revisione della ‘direttiva colazione’, l’insieme delle norme Ue sulla composizione, la denominazione di vendita, l’etichettatura, l’imballaggio di alcuni prodotti alimentari usati comunemente al mattino, come il miele o la marmellata. Gli Stati membri Ue hanno convalidato da Lussemburgo – durante il Consiglio Ue Agricoltura – l’accordo raggiunto con l’Euro camera sulle nuove norme. Il capitolo più importante della revisione riguarda il miele, in particolare sull’etichettatura del Paese d’origine e il sistema di tracciabilità…”. Che cosa non va? È stupefacente che il Miele sia confinato nella prima colazione, insieme alla marmellata. Stiamo ancora alla storia del miele come semplice dolcificante? Sembra proprio di sì e dunque non si va da nessuna parte. Di contro, l’apicoltura italiana sta attraversando una crisi strutturale che rischia di travolgere l’intero settore. E chi dovrebbe trovare le giuste soluzioni si gingilla con le prime colazioni. Scusate vi siete fatti due conti su quanto miele si consumi durante la prima colazione? Ci vogliono nuovi impegni, nuovi progetti e la stessa apicoltura deve alzare la voce e dire che cosa non va.Un’idea arriva dall’isola di Ventotene, dove Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi nell’inverno del 1941 scrissero il “Manifesto di Ventotene”, che delineò i fondamenti della nuova Europa. Qui il Coordinamento Agricoltori e Pescatori Italiani (Coapi) – che riunisce oltre 40 organizzazioni di cittadini, agricoltori, pescatori e artigiani – ha lanciato il 4 giugno 2024 il progetto per costruire il “Nuovo manifesto di Ventotene degli agricoltori, artigiani e pescatori per un’Europa giusta nel Mediterraneo della Sovranità Alimentare” sulla scia delle rivendicazioni emerse durante questa primavera con la mobilitazione degli agricoltori contro la Politica agricola comune. Purtroppo – fa presente il Coapi “l’Europa ha deciso di rinunciare alla sua agricoltura contadina” con scelte che hanno avvantaggiato “la rendita, la speculazione finanziaria, le concentrazioni commerciali e industriali”. A pagare il prezzo del disimpegno l’agricoltura dell’intera Europa – il numero di aziende è passato dai 15 milioni del 2003 ai 9 milioni di oggi – con agricoltura e pesca mediterranea che hanno sopportato i danni maggiori. Non c’è dubbio, è una critica al modello di sviluppo, che deve imboccare un’altra direzione. Pertanto “in un momento in cui è aperto il dibattito sul futuro dell’Europa, è decisivo riportare nel Mediterraneo il centro delle scelte di Politica agricola e della pesca per ridare dignità e futuro al diritto dei cittadini per un cibo giusto e ad un agroalimentare produttivo degno, diversificato, sostenibile e garante dell’equilibrio territoriale”. Riflettiamoci. Share on Facebook Share Share on TwitterTweet Send email Mail Print Print