L’editoriale di Dicembre 2024: UN FUTURO PER L’APICOLTURA anteprima Editoriale prima pagina Rivista Nazionale di Apicoltura by Apinsieme - 2024-12-052024-12-050 Massimo IlariA partire da questo numero durante l’anno, a volte, nell’Editoriale faremo sentire anche la voce degli apicoltori, per portare, attraverso le loro spiegazioni, in primo piano le ragioni della crisi apistica.Chi meglio di loro per descrivere l’entità del disastro?«Finché ci saranno le api, i bimbi avranno un futuro» scrive sulla sua pagina facebook Pierluigi Pierantoni, apicoltore da 57 anni e presidente della Cooperativa Apicoltori Montani di Matelica (siamo nelle Marche). L’abbiamo sentito e aveva tanto da dire, come un fiume in piena. «Le Api stanno scomparendo per una serie di motivi. In primis, i trattamenti chimici in agricoltura, è entrato in campo un arsenale pericolosissimo sia per le api che per l’uomo. Al secondo posto i cambiamenti climatici. Terzo posto la Varroa. Per finire altre avversità come la Vespa velutina, l’Aethina tumida e ultimo arrivato Tropilaelaps mercedesae, un parassita che vedrete arriverà presto anche da noi (N.d.R. A proposito di patologie da pagina 27 a pagina 37 trovate uno “Speciale Varroa“, a cura di ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie). Senza territorio, biodiversità ed essenze spontanee stanno scomparendo e abbiamo ridotto la terra alla stregua di un grande deserto. Occorre fare quadrato e difendere gli ecotipi locali di api, tutti e senza distinzioni. Dobbiamo imparare a parlare con una sola voce, senza frammentarci in mille rivoli. E sì. perché tutto ciò sta determinando la crisi produttiva – uno dei motivi per cui si fa sempre meno miele – e la scomparsa degli impollinatori, sta riducendo al massimo la biodiversità. E delle falde acquifere avvelenate, cibo spazzatura ne vogliamo par-lare? Non sembra un gran futuro».Di questo e altro parliamo da pagina 8 a 13 della Rivista nella Rubrica la Lente, in un servizio dal titolo “Alimentazione, Ape e Ambiente”. Un tema non certo nuovo per noi, visto che si tratta di emergenze a partire dalle quali ci stiamo giocando il Futuro del Mestiere di Apicoltore, e si potrebbe arrivare a un apicoltore che insieme alle sue Api non riesce più a produrre miele: il meraviglioso insetto sarà sempre più fiaccato dall’overdose di chimica che l’uomo sparge ovunque. Lo facciamo per produrre di più e questo eccesso finisce nella spazzatura e nelle discariche. Uno spreco vergognoso. Vedrete quanto sia pericoloso questo costume nel servizio succitato.Ma il più grande cruccio di Pierantoni è l’estrema disunità del settore, fratture che non portano da nessuna parte e che non permettono la possibilità di rimuovere i macigni che opprimono il comparto. «I finanziamenti che vanno ai grandi produttori i cosiddetti professionisti – per riparare al mancato guadagno non portano da nessuna parte e aggravano la crisi. Gli hobbisti vengono poco valutati eppure sono la spina dorsale dell’Apicoltura. Per altro la maggioranza degli apicoltori». Ha torto Pierantoni? Andiamo a vedere.Secondo elaborazioni – aggiornate entro il 15/07/2024 – su dati forniti dalla BDN dell’Anagrafe Zootecnica istituita dal Ministero della Salute presso il CSN dell’Istituto “G. Caporale” di Teramo gli apicoltori in Italia al 30/06/2024 sono 77.044, così suddivisi: 56.887 per autoconsumo (74%) e 20.127 che producono per il mercato (26%). E non c’è niente di negativo in questi numeri. Secondo l’Osservatorio la presenza di un numero così considerevole di apicoltori “non professionisti” costituisce allo stesso tempo una risorsa e un aspetto problematico. L’aspetto positivo riguarda soprattutto la funzione di impollinazione per l’agricoltura e per l’ecosistema. Gli aspetti critici riguardano soprattutto l’influenza negativa sullo stato sanitario delle api, quando tali attività sono svolte al di fuori di ogni contesto associativo.Per quanto ci riguarda, noi riteniamo che ci sia bisogno di unione fra le due figure, sono entrambi indispensabili – la legge Quadro sull’Apicoltura dà pari dignità al professionista e all’hobbista. Le api non insegnano nulla? Marciando insieme – Apinsieme – ci sarebbe più forza e sarebbe possibile lavorare sulle divisioni che ci sono. In parole povere, è su tutto ciò che occorre impegnarsi per uscire dal guado.Massimo IlariIllustrazione: 123rf/kstudija Share on Facebook Share Share on TwitterTweet Send email Mail Print Print