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ESSERCI, Una scelta consapevole

Fino a quando l’Europa non deciderà di “pretendere” il principio di reciprocità, ossia la globalizzazione delle regole che deve accompagnare la globalizzazione degli scambi delle merci, dovranno essere prese decisioni di protezione politica inerenti i vari settori – l’apicoltura non è certo il solo – che soffrono queste vere e proprie distorsioni di mercato

Abbiamo convocato gli apicoltori, a Roma, il 20 marzo 2024, in Piazza Santi Apostoli (ore 11,00), per condividere con la società civile, le istituzioni e le forze parlamentari di tutto l’arco costituzionale, la nostra sofferenza, causata dalla concorrenza sleale del miele che arriva in Europa a 1,70 euro al chilo.

Stiamo morendo, lentamente. Non siamo e non riusciremo mai ad essere competitivi con chi non deve – e non vuole – rispettare regole di etica sociale, sostenibilità ambientale, sicurezza alimentare che, invece, noi siamo chiamati a rispettare e che vogliamo rispettare. Regole che come immaginiamo è facilmente comprensibile presentano un costo, e neanche piccolo. Fintanto che l’Europa non deciderà di “pretendere” il principio di reciprocità, ossia la globalizzazione delle regole che deve accompagnare la globalizzazione degli scambi delle merci, dovranno essere prese decisioni di protezione politica inerenti i vari settori – l’apicoltura non è certo il solo – che soffrono queste vere e proprie distorsioni di mercato. Sostanzialmente, ci incontriamo a Roma per lanciare il nostro grido d’allarme, mettendo al centro il tema per noi vitale: il mercato.

Non ci saranno sussidi per l’alimentazione di soccorso, direttive miele più stringenti, regole e disciplinari di qualità sufficienti a fermare l’emorragia provocata dal prodotto fermo nei magazzini o, nel migliore dei casi, svenduto a confezionatori che, nel legittimo interesse del proprio business, tendono ad approfittare della situazione e così sottopagare il miele. Ecco perché abbiamo dato appuntamento a tutta l’apicoltura a Roma, per dire basta a questa lenta agonia. Eravamo davvero convinti che di fronte ad un tema del genere, la condivisione non fosse un problema. La ritenevamo naturale. Scontata. Non si tratta di mettere bandierine. E invece, Invece sono stati sollevati dubbi e perplessità, problemi di forma o di primogenitura che non ci aspettavamo e che ci hanno colto di sorpresa. Siamo rimasti sostanzialmente da soli. Come già successo in altre occasioni, peraltro. Legittimo. Assolutamente. Non comprensibile, ma legittimo.

La divisione, purtroppo, regna sovrana e non fa bene a nessuno. Ad oggi, al momento di scrittura di quest’articolo, non sappiamo quale sarà l’esito organizzativo dell’evento. Quante apicoltrici e quanti apicoltori arriveranno a Roma. 100, 300, 500 o 700? Boh, non è dato saperlo. Una prima considerazione, però va fatta. L’emozione suscitata nell’osservare la passione di decine e decine di volontari, di tutti i nostri dirigenti territoriali, nel provare a mobilitare i tanti “bravi, ma io ho un impegno preso da tempo. Condivido, vorrei esserci ma proprio non riesco, è il mio turno con i bambini. Mannaggia, ma non potevate farla di sabato”, eccetera, eccetera. A quanti si sono impegnati per rendere possibile l’evento va comunque il sincero e profondo ringraziamento di tutti Noi. Perché ci hanno messo la faccia. Ci hanno messo la passione. Ci hanno creduto. Indipendentemente da come andrà. Grazie. Ora, però, qualche riflessione sulle tante confuse, contraddittorie voci che sono circolate tra i gruppi WhatsApp, sulle varie pagine social, nelle discussioni in presenza tra apicoltori, addirittura anche con comunicati che hanno raccontato il punto di vista di una parte dell’apicoltura che ha inteso non partecipare (abbastanza inusuale, visto che si è trattato di commentare una iniziativa altrui). Riflessioni necessarie perché spesso siamo stati tirati in ballo con presupposti sbagliati, fuorvianti, che il più delle volte avevano obiettivi divisivi, esattamente l’opposto delle nostre intenzioni.

E sì, perché nel lanciare l’evento, ci siamo concentrati su di un solo tema, da noi considerato di interesse comune, evitando ogni argomento di parte o divisivo. Entriamo nello specifico.
Intanto la prima. Quella di base. Il nostro evento non alcuna vicinanza, né formale né sostanziale, con la cosiddetta protesta dei trattori. E’ proprio un’altra cosa. Non ci sono elementi di condivisione sui temi e sulle modalità di azione. La vicinanza temporale è legata al fatto che siamo nel pieno della crisi di mercato, che siamo in pieno percorso di aggiornamento della Direttiva Miele, che in questo periodo il Copa Cogeca stabilisce i punti strategici per il 2024, che tra un po’ ci saranno le elezioni europee e i vari candidati dovranno esprimersi sulle posizioni politiche che intendono sostenere. Insomma, se non ora quando, far sapere qual è la nostra posizione sulla madre di tutte le battaglie?
Poi c’è la questione Ministero. Ovvero il presunto disturbo che l’evento avrebbe potuto provocare al lavoro che si sta facendo intorno al Tavolo della Filiera del Miele, istituito dal Sottosegretario D’Eramo e supportato efficacemente dagli Uffici ministeriali diretti dal dr. Ricci. Che ci azzecca la lotta alla concorrenza sleale del miele a 1,70 euro con gli aiuti all’alimentazione di soccorso o al SQN del miele? Anzi. Il nostro evento vuole consolidare il legame che si è costruito tra il Masaf e il mondo apistico.

Noi siamo parte del Tavolo di Filiera, al quale partecipiamo con spirito costruttivo, condividendo, con gli altri, il percorso di confronto di cui si alimenta. Chi racconta cose diverse, lo fa per “ignoranza” (ignora il nostro progetto di rappresentanza) o perché deve giustificare posizioni diverse. Solo a titolo di esempio, noi siamo quelli che abbiamo proposto e sostenuto convintamente, senza se e senza ma, l’azione del Ministero sulle scelte dell’ACA 18 nel PSN, delle famose percentuali nella Direttiva Miele, e di tutte le altre argomentazioni che sono state dibattute. Infine, la grande confusione sul tema centrale dell’evento.

La lotta alla concorrenza sleale del miele che arriva in UE a 1,70 euro al chilo e forse anche a cifre inferiori. Una distorsione del mercato che ha azzerato sostanzialmente la capacità competitiva dell’apicoltura europea tutta e, dunque, anche italiana. Qualcuno ha affermato che se il tema è questo, allora bisognava andare a Bruxelles. La risposta? E’ del tutto scontata. L’anti-dumping è una procedura complessa, divisiva, applicata pochissime volte, che necessita di una condivisione molto allargata. Il percorso non può che partire da uno Stato membro che lo propone e poi tenta di costruire il consenso degli altri paesi. Insomma, se non c’è uno Stato membro determinato, con un consenso trasversale, a prendersi carico del tema, la battaglia organizzativa a Bruxelles è persa in partenza. Ma c’è di più. Il consenso deve essere allargato anche alla società civile, alle organizzazioni dei consumatori, ambientaliste, agricole. Per dare forza politica a chi deve sostenere l’azione a livello comunitario.

ESSERCI, è indispensabile per rendere consapevoli tutti del problema e della possibile soluzione. Per chiedere al paese ITALIA di sostenere concretamente la competitività delle eccellenze apistiche, europee ed italiane. Un’azione indispensabile anche a divulgare l’importanza del ruolo del consumatore, troppo spesso sottovalutato, e delle sue scelte. Il consumatore deve sapere che acquistando un vasetto di miele prodotto dai nostri apicoltori, fa il più concreto gesto d’amore possibile verso l’ambiente, verso il proprio territorio. Un gesto che non ha il valore simbolico di una donazione di una qualsiasi campagna “salviamo le api”, ma che, invece, sostiene la dignità e la competitività delle donne e degli uomini, che con le loro api, ogni giorno, svolgendo il loro lavoro, costruiscono un pezzo di bene comune.
Anche solo per questo, ESSERCI è importante!

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Apinsieme
Quelli che vogliono far volare insieme le Api

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