You are here
Home > Editoriale > L’editoriale di Giugno 2018. Quando verrà l’Europa delle Api?

L’editoriale di Giugno 2018. Quando verrà l’Europa delle Api?

Al governo che verrà chiediamo una maggiore attenzione al mondo delle api che stanno conoscendo un periodo di crisi, siamo al terzo anno consecutivo, costante dovuto alle malattie che le colpiscono e alla scarsa produzione.

Dalle pagine di Apinsieme ne parliamo da sempre, ma sino a ora non abbiamo mai visto dispiegate delle azioni concrete capaci di far fronte all’emergenza. Alla gente potrebbe sembrare esagerato quanto diciamo, dato che i giornali, sempre più spesso, sparano titoli in cui si allarma sulla scomparsa delle api, ma tutto finisce qui. Gli apicoltori, però, sanno bene come stanno le cose: la crisi gli morde le carni.

È vero che la Commissione europea ha dato mandato agli Stati membri per determinare un Codex di qualità per i mieli provenienti dall’estero. Giusto, ma credo che di pari passo occorra creare un gruppo di lavoro che si occupi di questa crisi costante e che prenda in esame i territori dei diversi Stati membri, per trovare delle soluzioni adeguate.

Ci vuole anche l’Europa delle api. È stata una felice decisione quella di vietare i 3 neonicotinoidi all’aperto, ma ci auguriamo che non ci si limiti a quello e che non si debbano aspettare altri anni per estendere il divieto anche a preparati più recenti, pur se altrettanto pericolosi di quelli messi al bando. Inoltre, è auspicabile che si vigili anche sull’attuazione di questo divieto, considerato che le dichiarazioni del ministro dell’agricoltura belga, come abbiamo già documentato nel numero di maggio della Rivista, fanno pensare a una mancata adesione, di fatto, alle nuove normative.

Auspichiamo anche che non siano confermate le voci di fondi UE destinati all’agricoltura, ridotti in ragione di somme più elevate da stornare alla gestione dei migranti (che per carità meritano tutta l’attenzione del caso), che non crediamo, invece, sia la strada migliore per aiutare le api e i migranti. Chiediamo al nuovo ministro dell’Agricoltura che anche l’Italia si adegui allo spirito di iniziative che puntano all’agricoltura sostenibile, evitando sbandate come quella dell’ultimo governo che con il ministro Martina ha pensato bene di mettere una pezza all’emergenza Xylella, autorizzando i pesticidi nella regione Puglia. Occorrerebbe intervenire sul clima, sempre a livello europeo, inasprendo le misure antismog e intervenendo sui metodi di produzione industriale.

Le bizze del tempo della pazza primavera che c’è stata hanno sconvolto anche le api, che sono restate nelle arnie per effetto della pioggia durante la fioritura, senza riuscire a svolgere il prezioso lavoro di trasporto del polline da una pianta all’altra ma in forte ritardo è anche la produzione di miele con cali fino al 50% per i primi raccolti di stagione, a seconda delle zone. A lanciare l’allarme sugli effetti del maltempo la Coldiretti. Un maltempo che ha ostacolato il lavoro delle api disturbate dalle piogge molte intense, compromettendo la fioritura dell’acacia e riducendo sensibilmente i raccolti di questo redditizio miele.

Occorre correre ai ripari, pensando già alla prossima stagione per evitare che i consumatori portino prevalentemente in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, non vorremmo che gli apicoltori fossero costretti a cambiare mestiere. Se andrà avanti così, ipotesi non molto remota, finirà con api e apicoltori in via d’estinzione.

Chissà, magari ci faranno celebrare una Giornata Mondiale in ricordo del miele che fu.

Ricordiamo, infine, che sul numero che state sfogliando abbiamo dedicato un servizio alla prima Giornata Mondiale delle Api tenutasi lo scorso 20 maggio.

Una Giornata che speriamo porti maggiore attenzione per il settore.

 

Massimo llari

 

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Top