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Carta di San Michele all’Adige

I temi della Biodiversità? «Riguardano tutto il mondo dell’Apicoltura e dell’Agricoltura, nessuno può farsene alfiere, da solo», si sente ripetere sempre più spesso. E proprio sul tema della Biodiversità in apicoltura sta nascendo un interessante dibattito. A tal proposito, riceviamo, da parte delle tre Associazioni apistiche nazionali (A.N.A.I., FAI, UNAAPI), e pubblichiamo, per evidenziare le diverse posizioni che si dispiegano sul campo, un comunicato congiunto delle tre Associazioni che ha per oggetto la “Carta di San Michele all’Adige”, una proposta di adesione all’appello per la tutela della biodiversità delle sottospecie autoctone di Apis Mellifera L., in Italia.

A.N.A.I., FAI, UNAAPI non intendono sbattere la porta in faccia alla Carta di San Michele all’Adige e, pur non sottoscrivendo il documento, si dichiarano aperte a un confronto sui temi in oggetto. Apinsieme spera che tra i diversi soggetti della problematica nasca un confronto che possa aprire la strada a temi condivisi.

Qui di seguito trovate il testo del COMUNICATO CONGIUNTO redatto dalle tre Associazioni (anche in ⇒ pdf) e, per correttezza di informazione, il link al ⇒ pdf con la “Carta di San Michele all’Adige”.

***

COMUNICATO CONGIUNTO
Spett.le Fondazione Edmund Mach,
Istituto Agrario di San Michele all’Adige,
Via E. Mach 1,
38010 San Michele all’Adige (TN).
Oggetto: Carta di San Michele all’Adige.
Proposta di adesione all’Appello per la tutela della biodiversità delle sottospecie autoctone
di Apis mellifera L. in Italia.
Egregi Signori,
A seguito del Vostro invito a sottoscrivere la proposta di cui all’oggetto, desideriamo con la
presente evidenziare le ragioni che inducono i sottoscritti firmatari a non condividere nel metodo
e nel merito lo spirito dell’iniziativa, pur animata da sinceri e per gran parte validi propositi, che
come Organizzazioni Nazionali di rappresentanza del comparto apistico, quindi del patrimonio
apistico nazionale di Apis mellifera L. detenuto negli allevamenti dei nostri associati, riteniamo di
dover ricondurre ad altri principi, siano essi di carattere tecnico, scientifico e finanche normativo.
Più precisamente:
1) quella parte della Comunità Scientifica che ha inteso elaborare il documento non ha
ritenuto opportuno, sia pure nel corso di un protratto spazio temporale necessario alla
stesura dei contenuti, condividere con i soggetti preposti alla rappresentanza apistica
nazionale i principi basilari del documento medesimo; di fatto, con questo,
delegittimandoci quali interlocutori su un tema di specifica competenza;
2) l’apicoltura è materia contemplata dalla Legge n. 313/2004 recante “Disciplina
dell’Apicoltura” e i principi in essa contenuti, ivi compreso quello del valore di questa
specie zootecnica sotto il profilo della biodiversità, non possono essere trascurati o
addirittura messi in discussione se non, ove davvero occorresse, attraverso gli strumenti
legislativi consentiti e necessari ad una sua eventuale riformulazione;
3) si disconosce inoltre, con questo documento, la realtà delle scriventi Organizzazioni quali
detentrici di un patrimonio apistico che, grazie ai propri associati, è stato finora
salvaguardato da diverse avversità, siano esse agro-ambientali, commerciali e sanitarie;
4) nel documento vengono messe in discussione tecniche di allevamento (nomadismo)
espressamente previste e persino incentivate dalla normativa vigente in sede comunitaria,
nazionale e regionale. Tale meccanismo di revisione risulta pertanto in evidente contrasto
con gli specifici indirizzi assunti dal Legislatore, cui il documento non fa alcun riferimento,
addossando alla categoria produttiva le uniche responsabilità di un processo cui invece
tutti, a vario titolo, sono coinvolti, siano essi ricercatori, enti, istituzioni;
5) nel metodo, infine, oltre alle già richiamate ragioni, desideriamo sottolineare come del
tutto inopportuna la volontà di sovrapporre al livello nazionale quello territoriale,
omologando le nostre Associazioni alla posizione che qui, ufficialmente, assumiamo quali
unici soggetti titolati alla rappresentanza del comparto apistico e delle nostre rispettive
compagini associative.
Resta tuttavia aperta, condivisa, auspicata, da parte di noi tutti, la posizione di soggetti
responsabili, desiderosi del bene comune dell’ape italiana e come tali pronti, in altra sede, a
rivedere i contenuti di questo documento che oggi non riteniamo di poter sottoscrivere.
In fede,
• Presidente Sergio D’Agostino: ANAI-Associazione Nazionale Apicoltori Italiani
• Presidente Raffaele Cirone: FAI-Federazione Apicoltori Italiani
• Presidente Giuseppe Cefalo: UNAAPI-Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani
Roma, 31 Maggio 2018 – Protocollo n. 0739.

immagine di copertina: wikipedia

Apinsieme
Quelli che vogliono far volare insieme le Api

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