Friuli: andamento stagione e azioni Medicinali e trattamenti patologie prima pagina tecnica apistica by Enrico Pasini - 2017-12-062017-12-061 Il Consorzio Apicoltori della Provincia di Udine ha pubblicato sul proprio sito alcune indicazioni utili sull’andamento della stagione in Friuli Venezia Giulia e sui possibili rimedi da porre in atto. Analizzare, informare, condividere: questo fa una Associazione virtuosa che cura i suoi associati. Apinsieme non può che apprezzare. Qui di seguito riportiamo il testo integrale, il cui originale è pubblicato qui COMUNICATO TECNICO DICEMBRE 2017 Il trend negativo che ormai sta diventando la normalità, ha caratterizzato questa stagione fino alla fine. Il raccolto di edera su cui molti apicoltori contavano per un invernamento delle famiglie con una buona quantità di scorte nettarifere e pollinifere è stato portato a termine solo nelle zone più vocate (Cividalese). Nelle zone montane, a causa delle avverse condizioni meteo durante il periodo di fioritura, le famiglie di api sono riuscite a raccogliere ben poco. Qui è mancata anche l’importazione di melate tardive, cosa verificatasi invece in varie zone della pianura, dove il livello di scorte appare a oggi sufficiente. L’ondata di caldo che caratterizza il mese di novembre già da qualche anno ha causato notevoli problemi agli alveari. Il principale è sicuramente quello delle rinfestazioni, che si è fatto sentire più in pianura ma anche altrove, con perdite importanti di alveari. Ciò è avvenuto soprattutto in quei casi in cui l’apicoltore ha tardato ad effettuare il trattamento tampone estivo e dove quindi la presenza di virus a carico delle api rimaneva elevata. Un problema non secondario, ma più subdolo, poiché gli effetti non sono immediatamente percepibili dall’apicoltore, è quello del logoramento delle api invernali. Ricordiamo infatti che l’ape nata a fine stagione (da agosto-settembre in poi) è un’ape diversa da quella nata a maggio. Presenta una massa maggiore di corpi grassi essendo programmata per vivere a lungo in condizioni di mobilità limitata e produrre calore. È evidente come attività fortemente logoranti come bottinatura e saccheggio ne compromettano l’aspettativa di vita…che si traduce in un crollo della popolazione dell’alveare durante l’inverno. Nelle zone di pianura si susseguono ormai a ritmo preoccupante dalla fine dell’estate segnalazioni di spopolamenti di alveari o comunque di forte e improvvisa riduzione della popolosità degli stessi, forse in conseguenza di trattamenti insetticidi. Il Consorzio ha provveduto per questo a dotarsi di un certo numero di gabbie underbasket da distribuire ai soci con apiari interessati dal fenomeno. Queste hanno la funzione di raccogliere le api morte o morenti davanti all’alveare colpito facilitandone la quantificazione esatta e la raccolta di eventuali campioni da sottoporre ad analisi. In questa sede ci permettiamo di far notare come in una situazione difficile come quella attuale sia quanto mai necessario collaborare per arrivare all’individuazione delle cause di questi fenomeni. Più in generale riteniamo che sia importante far “emergere” con realismo le problematiche comuni che coinvolgono a livello mondiale il nostro settore, piuttosto che vantare produzioni record e uno stato delle famiglie eccellente. Eventualità che stanno diventando sempre più delle eccezioni e non la regola. Stato sanitario/controllo della varroa In questo periodo è fondamentale agire con il classico intervento di pulizia radicale dalla varroa. Il prodotto da utilizzare è come sempre costituito da ApiBiOxal gocciolato, secondo le modalità riportate in etichetta. L’obiettivo è abbattere il più possibile il numero di acari in vista della ripresa primaverile. Come già indicato sopra, il problema maggiore riscontrato nei due mesi scorsi è stato quello delle reinfestazioni, di conseguenza è necessario tenere conto che nella maggior parte dei casi ci si trova davanti un livello di infestazione piuttosto elevato. Risultano fondamentali alcuni accorgimenti per aumentare il più possibile l’efficacia del trattamento: – ritardare il più possibile il trattamento. Fenomeni di reinfestazione possono verificarsi infatti anche durante il periodo invernale, vanificando l’effetto del trattamento. Quindi più ci si spinge in là con il trattamento e più diminuisce questo rischio. È necessario tener presente anche che (fortunatamente) la pausa invernale rappresenta un periodo critico anche per la varroa e che una parte degli acari, durante la fase foretica muore a causa di fattori “naturali”. Quindi un trattamento tardivo, sarà più efficace per il semplice fatto che dovrà abbattere un numero minore di varroe. Queste saranno anche più “debilitate” dopo una lunga permanenza sulle api senza la possibilità di entrare nella covata e quindi più “sensibili” all’effetto dell’acido ossalico. Ovviamente il momento in cui è possibile intervenire con ApiBiOxal gocciolato è determinato dalle temperature esterne che devono essere almeno pari o superiori a 10/12°C. Nelle zone più fredde di montagna è preferibile non spingersi oltre la prima settimana di dicembre in quanto, tardando ulteriormente, c’è il rischio concreto di non avere più a disposizione giornate con condizioni miti per lavorare. -assicurarsi che la famiglia sia in blocco di covata. Se con livelli di infestazione bassi risulta rischioso trattare una famiglia “solo supponendo” che sia in blocco, farlo con livelli alti significa vanificare completamente l’effetto dell’intervento. Risulta fondamentale infatti procedere con la totale rimozione della covata eventualmente presente prima di applicare il prodotto acaricida. Sottolineiamo che la covata va ASPORTATA E NON DISOPERCOLATA. Questo aumenta l’efficacia dell’intervento in quanto asportando la covata si elimina già il 70 % della varroa, lasciando all’effetto del successivo trattamento solo il restante 30%. Come sempre ricordiamo agli apicoltori che temperature esterne anche di molto inferiori allo 0 non garantiscono assenza di covata. Generalmente famiglie in buone condizioni sanitarie e che sono riuscite ad allevare un numero sufficiente di api svernanti sospendono l’allevamento della covata a volte già ai primi di ottobre. Tuttavia, in inverni con ritorni di caldo si assiste a una debole ripresa dell’allevamento già a metà dicembre. Risulta quindi fondamentale non affidarsi alle sensazioni ma far precedere al trattamento visite veloci ma accurate. Alimentazione Durante i due mesi precedenti, la scarsità di raccolto nella maggior parte delle zone e le temperature elevate hanno determinato un forte consumo di scorte. Al momento attuale, con l’arrivo dei primi freddi e la sospensione dell’allevamento della covata, il fabbisogno alimentare delle famiglie si riduce di molto. È necessario però prestare attenzione al fatto che in relazione all’andamento climatico, nelle zone più miti, l’allevamento della covata potrebbe riprendere in un periodo compreso tra la seconda metà di dicembre e la fine di gennaio. Nei mesi più freddi dell’anno, in presenza di covata i consumi di scorte posso diventare importanti. È quindi da questo periodo che bisogna monitorare attentamente il peso delle arnie e intervenire al bisogno con alimentazione solida a base di candito. Tecnica apistica Come già scritto nel precedente comunicato, viste le non buone condizioni generali del patrimonio apistico, si ritiene rischioso invernare un gran numero di famiglie e nuclei in condizioni precarie. Si può procedere quindi riunendo i nuclei al di sotto dei 4 favi coperti di api. Con il sopraggiungere di condizioni meteo sempre meno adatte agli interventi in apiario risulta preferibile agire rapidamente con riunioni dirette, senza cioè la ricerca e l’eliminazione delle regine superflue o mettendo in pratica tecniche per favorire la reciproca accettazione da parte delle api provenienti da nuclei diversi. È sufficiente accostare i telai provenienti da più nuclei senza ulteriori accorgimenti, procedendo qualche giorno dopo al restringimento delle api su un numero limitato e ben presidiato di favi. Rinnoviamo l’invito agli apicoltori a rivolgersi agli esperti apistici messi a disposizione dal Consorzio per qualsiasi criticità legata alle operazioni proposte nei comunicati. Luca Poggetti (l’immagine è tratta dal sito apicoltorifvg.it) Share on Facebook Share Share on TwitterTweet Send email Mail Print Print
Buongiorno, ho letto alcuni vs articoli e devo complimentarmi per i contenuti e per l’impronta tecnico-informativa che date agli stessi. Non tutte le riviste di settore usano questo approccio, bensì spesso offrono solo articoli romanzati e/o catastrofici sul mondo apistico. Articoli che personalmente non trovo utili a niente! Quindi e fino a quando continuerete su questa strada mi avrete come lettore abbonato (in tal senso non rinnoverò abbonamento ad APITALIA per il 2018). Saluti Giuliano Rispondi