Confermata l’importanza dei fitochimici nella dieta delle api ambiente prima pagina by Luca Tufano - 2017-02-232017-02-230 Nell’alimentazione naturale delle api vi siano elementi insostituibili e di cui si dovrebbe tenere conto nell’alimentazione artificiale Insisto da tempo, dati alla mano, sull’importanza dei fitochimici (sostanze che si trovano naturalmente nelle piante) per il mantenimento delle competenze immunitarie dell’alveare. Contrariamente a quanto comunemente si crede, nettare e polline, così come la pappa reale, non sono solo fonte di carboidrati e proteine, ma contengono altri elementi essenziali e funzionali alla salute delle api. Il dato è importante sia preso in se stesso, sia se andiamo a considerare i sostituiti dell’alimentazione naturale delle api, ovvero sciroppi e canditi in commercio. Questi ultimi saranno tanto più imperfetti quanto meno saranno capaci di integrare la dieta delle api con fenoli e flavonoli (appartengono alla classe dei flavonoidi), sostanze che invece le api trovano nell’alimentazione naturale. Tra i fitochimici presenti nella maggior parte dei mieli e dei pollini abbiamo l’acido p-cumarico e il flavonoide denominato quercetina. Di questi elementi sono già note le relazioni positive con l’espressione dei geni del sistema immunitario dell’ape e la loro sovra regolazione. Johnson e colleghi avevano già dimostrato che la quercetina può ridurre la tossicità del tau-fluvalinate, un principio attivo utilizzato sia in agricoltura che in apicoltura per le sue capacità acaricide. Altri studi precedenti avevano già evidenziato che la malnutrizione nelle api può aumentare la suscettibilità ai pesticidi, ridurre l’immunocompetenza, ridurre l’espressione genica nel metabolismo delle proteine e influenzare negativamente i corpi grassi. Una ricerca pubblicata in questi giorni da Liao e colleghi [1] dimostra che non solo i fitochimici sono in grado di influenzare la capacità di detossificazione dei xenobiotici (quindi dei fitofarmaci come degli acaricidi) ma anche di condizionare positivamente la durata di vita delle api, così come avviene per altri organismi. Attraverso un alimento a base di zuccheri con aggiunta di caseina sono state somministrate quattro diverse tipologie di dieta (una soluzione di controllo neutra, una contenente acido p-cumarico, una terza con quercetina e una quarta con quercetina e acido p-cumarico), per verificare l’influenza dei fitochimici sull’aspettativa di vita delle api. Le api sono state nutrite in due diverse condizioni, sia in assenza che in presenza di due insetticidi piretroidi, bifentrin e beta-ciflutrin. I dati raccolti dai ricercatori evidenziano come i fitochimici influenzino positivamente la durata di vita delle api e la loro resistenza ai pesticidi. Si è visto che la quercetina migliora la tolleranza a entrambi i piretroidi, così come l’acido cumarico che ha dato risultati simili, anche se di entità ridotta. È risultato anche che la caseina presente nella dieta elimina gli effetti sulla durata della vita dell’acido cumarico in assenza di quercetina. Nuovi studi sono necessari per stabilire il ruolo e le interazioni tra proteine e fitochimici, ma Liao e colleghi hanno evidenziato come nell’alimentazione naturale delle api vi siano elementi insostituibili e di cui si dovrebbe tenere conto nell’alimentazione artificiale. Luca Tufano [1] «Impacts of Dietary Phytochemicals in the Presence and Absence of Pesticides on Longevity of Honey Bees (Apis mellifera)» di Liao LH, Wu WY, Berenbaum MR – febbraio 2017 – MDPI Share on Facebook Share Share on TwitterTweet Send email Mail Print Print