L’editoriale: Settembre 2016 prima pagina Rivista Nazionale di Apicoltura by Massimo Ilari - 2016-09-082017-12-031 Come ricorderanno i nostri lettori/Apicoltori nel numero di maggio 2016 della Rivista abbiamo intrapreso un lungo viaggio, si concluderà nel numero di ottobre, alla scoperta della situazione Regine, in Italia. Apripista, e mi sembra giusto, è stato Francesco Mussi, un maestro di apicoltura e uno strenuo difensore dell’Apis mellifera ligustica Sp. Mussi ci ha insegnato che le Api ci parlano e che dunque vanno ascoltate. Tutta la Redazione ha provato ad ascoltarle spostandosi lungo il paese, per comprendere come stanno esattamente le cose. Il vantaggio? Si tratta di redattori che fanno gli apicoltori e che sono perfettamente in grado di comprendere ciò che osservano. Il viaggio si è posto un obiettivo primario: fare informazione e non proporre ai lettori delle scelte di acquisto. Più semplicemente abbiamo cercato di fornire un quadro rispondente della situazione. Tutto qui. Dov’è il problema? Dopo la ligustica, ci siamo occupati di Buckfast, di Apis mellifera mellifera, di Sicula, a breve tratteremo anche la Carnica. Abbiamo intervistato il dottor Giovanni Formato, Responsabile Unità operativa di Apicoltura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana e la dottoressa Viviana Belardo, tecnica di laboratorio biomedico, sempre dell’IZSLT; Simone Baglietto, tecnico apistico di APILIGURIA; Keld Brandstrup, allevatore danese di regine, amico di vecchia data di padre Adam; Giacomo Acerbi, allevatore di regine; la dottoressa Cecilia Costa e il dottor Raffaele Dall’Olio, due ricercatori del CREA-API. È la prima volta che un giornale di apicoltura fa questo servizio per gli apicoltori. Non ci siamo occupati solo di Ligustica altrimenti che inchiesta sarebbe stata? La Rivista Nazionale di Apicoltura privilegia la Ligustica e gli altri ecotipi presenti nel belpaese, ma non ci sono solo Ligustiche negli alveari degli apicoltori. Eppoi, quando s’impara l’alfabeto non ci insegnano solo le prime 3 lettere. A proposito, Mussi ha avuto ben 4 uscite sul giornale. Le sue considerazioni sono state il filo logico dei diversi servizi: la voce narrante fuori campo. Quindi, basta con polemiche pretestuose. E il consiglio è di non cavalcare battaglie sba-gliate già in partenza. Ora, se non avessimo scritto che nel 2010, e ce lo dice il dottor Formato in base ai campioni analizzati nei loro laboratori, la rispondenza alla Ligustica era del 72%, per passare al 63% nel 2013 e al 36% nel 2016 nessuno conoscerebbe questa situazione. In più, si manifesta una forte tendenza, sempre della Ligustica, all’ibridazione. Mi spiegate perché ci sia stata questa erosione? Mi spiegate quanti sono a usare la Buckfast? Mi spiegate quante regine di ogni tipo e perché ci sono in Italia? Mi spiegate perché la loro importazione sia consentita? (Solo negli ultimi anni l’importazione di api regine da paesi Terzi ha previsto l’introduzione di ben 12.401 regine provenienti dall’Argentina e passate all’aeroporto internazionale di Fiumicino. È da considerare che le api entrano in Italia anche da Malpensa o avvalendosi di altri paesi europei, le famigerate triangolazioni. Da non trascurare le importazioni clandestine. E tutto ciò è previsto dalla legge. Poi, si varano piani per la difesa della Ligustica). Mi spiegate perché c’è qualcuno che prende soldi per preservare una Ligustica che non viene preservata? Dunque, siamo fieri di aver sollevato il coperchio dell’ipocrisia, il vaso di Pandora. Ora aiutateci a invertire la tendenza e a non rinchiudere le Ligustiche in una riserva, facendole finire come gli indiani di America. Perché è esattamente ciò che sta accadendo e noi per difendere la Ligustica continueremo la nostra battaglia, altro che chiacchiere al vento. Massimo Ilari, Direttore Editoriale Share on Facebook Share Share on TwitterTweet Send email Mail Print Print
Grazie Direttore per aver aperto attraverso Apinsieme un dibattito su un tema che mai è stato affrontato in Italia, sia per il contenuto veramente molto importante ed anche per l’ampia diffusione d’informazioni a tutti noi. Alle domande da Lei scritte e che si pongono tutti gli Apicoltori Italiani che amano la Ligustica, forse una prima risposta è che la nostra Apicoltura non ha mai stimolato la crescita della vera figura dell’Apicoltore Selezionatore Responsabile della Conservazione in purezza della Ligustica. Carlo Petrella Rispondi